3-6 Ottobre “essere…basso” Piccole storie di musica.

A modo mio il tour continua.

Tutte le scuse sono buone! Mi sono reso conto che l’aspetto più divertente dello scrivere un libro è andare in giro per l’Italia a presentarlo. Non mi sarei mai aspettato che potesse essere così divertente. In ogni posto in cui sono andato ho incontrato persone interessanti, curiose, divertenti, ma soprattutto motivate, intelligenti. In questo periodo dominato dai social, popolati spesso da decerebrati nascosti dietro le proprie piccole tastiere che altro non fanno che esibire le proprie enormi frustrazioni, incontrare persone vere, che amano il dialogo, il confronto, che provano ancora il gusto del contatto diretto, è un’enorme gratificazione.

Molti mi chiedono come sta andando questo libro e, con mia grande sorpresa, devo rispondere che sta andando molto bene! L’Argolibro di Agropoli, nelle persone di Milena Esposito e Francesco Sicilia, è una piccola casa editrice che, come me, svolge la propria attività soprattutto per passione e con passione, io non sono uno scrittore, eppure nonostante ciò, in molti hanno comprato, letto e apprezzato questo libro e tanti altri lo richiedono.

Sono appena tornato dal Cilento dove ho fatto le presentazioni di “essere…basso”. Le location: Mondadori Bookstore Salerno, Rodaviva Cava dei Tirreni, Pioppi Caffè Pioppi, Mondadori Bookstore Pagani, Officina72 Agropoli. La formula era: Intervista iniziale con qualche aneddoto relativo ai racconti del libro poi, con l’aiuto degli amici che mi hanno accompagnato: Luciano Tarullo alla chitarra acustica, Roberto Guariglia al basso acustico e Rosario Tedesco all’armonica, l’esecuzione di due brani scritti da me: “la nave”, a suo tempo cantata da Mina e “un’emozione da poco” grande successo che interpretò Anna Oxa al Festival di Sanremo. Per “un’emozione da poco” mi sono avvalso inoltre, in ogni luogo in cui siamo stati, della collaborazione di bravissime cantanti che hanno accolto con grande entusiasmo il mio invito: Annachiara Cosimato, Gabriella Landolo, Mariagrazia Lancellotti, Mariateresa Franza, che ancora ringrazio. Dopo aver parlato ancora un po’ del libro e risposto alle domande del pubblico, ho presentato Luciano Tarullo, che è un bravissimo cantautore e abbiamo suonato due suoi brani. La presentazione poi è proseguita con un po’ di aneddoti e curiosità relative alla mia carriera musicale fino ad arrivare alla mia collaborazione con Francesco De Gregori il quale mi diede la grande soddisfazione di interpretare due mie canzoni nell’album “Amore nel pomeriggio”. Dopo aver presentato quindi le due canzoni: “Quando e qui” e “SpadVIIs2489”, in conclusione, ho cantato una canzone che non ho mai registrato e che è un po’ la sintesi del mio lavoro di musicista: “Sono così”.

La serata conclusiva si è svolta all’ Officina 72 di Agropoli che è il fulcro intorno a cui gravitano un sacco di iniziative musicali interessantissime. Alfoso Di Biasi “il capo” e Luciano Tarullo “il direttore” promuovono con grande coraggio la musica inedita, in controtendenza con i locali che invece propongono più volentieri le “cover o tribute band”. Questo bellissimo locale mi ricorda un po’ quelli che frequentavo agli inizi della mia carriera, in cui c’era la possibilità di suonare la propria musica ed essere ascoltati da un pubblico di appassionati e di intenditori, cosa normale nel resto del mondo tranne che in Italia, Agropoli a parte. L’Officina è prefettamente attrezzata per i concerti, con un bel palco e tecnicamente dotata di un ottimo impianto ospita spesso anche nomi importanti e Clinic di vari strumenti tenute da grandi musicisti. Abbiamo concluso il nostro giro di presentazioni proprio là. Per l’occasione Rosario Tedesco ha presentato il suo brano “non sono nato per essere nato“. Gran finale con uno strepitoso solo di chitarra elettrica di Frank Cara su “sono così” che mi ha profondamente emozionato.

Grazie a tutti per l’amicizia, la stima e le risate che mi avete regalato, grazie agli amici Annalisa Cinelli e Gianmaria Di Filippo del B&B Villa Brunella in cui mi sono sentito a casa. Grazie a Giovanni Carbone per la grafica e grazie a Giuseppe Galato per la comunicazione. E infine grazie a tutte le persone che sono venute alle presentazioni, che hanno acquistato il libro e che mi hanno fatto un sacco di domande interessanti.

10 Luglio 2019 “In viaggio con Federicuccio”

Un’esperienza che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita.

Simone “Federicuccio” Talone è il nostro percussionista, oltre che esserlo di Neri Marcorè e dello Gnu Quartet. Io l’ho conosciuto quando abbiamo fatto insieme “Risorgimarche” manifestazione organizzata da Neri Marcorè nel 2017.

Con Francesco De Gregori, dopo aver suonato quasi due anni senza la batteria abbiamo incominciato a sentire la mancanza di un sostegno ritmico, non della batteria ma di un supporto percussivo, soprattutto nei brani più mossi. Federicuccio è stata una grande scoperta perchè non è propriamente un percussionista e neanche un batterista, ma il giusto compromesso tra le due cose; porta il tempo come un batterista e sa “colorare” come, anzi meglio, di un percussionista.

Detto questo rimane l’incognita del suo soprannome: “Federicuccio”.

Ho cercato di approfittare quindi del viaggio che abbiamo fatto insieme da Stupinigi a Marostica per saperne di più, ma non sono riuscito nel mio intento, perchè è pur vero che parla molto, ma solo di ciò di cui vuole parlare lui. Ogni tentativo da parte mia di avvicinarmi all’argomento è stato da lui dribblato con maestria da politico navigato.

Quale mistero si nasconde allora dietro il soprannome Federicuccio?

La ricerca…

Ho iniziato allora delle ricerche in rete, e qualcosa ho trovato.

Il nome originario era Federico comunemente contratto in Fred.

L’origine è molto antica, ma fin dai tempi più remoti si delineavano le caratteristiche che poi hanno contraddistinto la genia. Infatti pare che Fred sia stato uno dei primi scopritori degli strumenti a percussione, come si può vedere da questo rupestre di età non ancora stabilita:

Fra l’altro pare, ma non è stato ancora accertato, che anche i Guglielminetti già fossero presenti all’epoca.

Nel corso dei secoli il nome Fred subì innumerevoli variazioni, fino ad apparire nel 1830 a Scarborough nella persona di Sir Frederic Leighton, (Scarborough3 dicembre 1830 – Londra25 gennaio 1896) I barone Leighton, scultore e pittore inglese all’epoca dei preraffaelliti.

I discendenti del barone Federic, caduti poi in disgrazia in circostanze misteriose, dovettero fuggire dall’Inghilterra rifugiandosi in Italia, precisamente ad Artena.

La leggenda racconta che i bambini di questa famiglia a differenza degli altri della stessa età, non si sa per quale strana ragione, non riuscissero a separarsi dal ciuccio neanche in età adulta, sostituendolo a volte, in caso di necessità, con il pollice della mano sinistra.

Nel corso degli anni quindi il nome Frederic, in seguito a questa bizzarra caratteristica, diventò: “Federic ciuccio”, che tramandato poi di padre in figlio diventò definitivamente: “Federicuccio”.

Di seguito un raro esemplare di “Federicuccio” dei giorni nostri: