27 Settembre 2019 “Le ragazze della Gaga”

Fotografia di Marcello Giannandrea, fagottista della GSO.

Lo so che mi sto addentrando in un terreno estremamente pericoloso. Vedo già il Maligno pronto all’attacco, quindi cercherò di misurare le parole con la massima attenzione.

Nei precedenti articoli ho sottolineato la bravura dei componenti di questa bellissima orchestra, la Gaga Symphony Orchestra, ora c’è un altro aspetto non meno importante che vorrei mettere in risalto.

Sono sicuro che non vi sarà sfuggito il particolare che tutte le ragazze dell’orchestra sono molto carine (Il Maligno ha sollevato il sopracciglio sinistro!), ci si aspetterebbe quindi che fossero un po’ altezzose, un po’ distanti, per dirla in soldoni “che se la tirassero”. Ma non è così.

Oltre la grande professionalità, dimostrata ampiamente anche in situazioni a volte disagevoli, queste giovani donne hanno saputo mantenere un atteggiamento sempre gentile, disponibile (Il Maligno è pronto all’attacco!), educato, mai fuori luogo, regalandoci sempre un sorriso e uno sguardo gentile. Merce rara di questi tempi!

Spero che avremo ancora modo di lavorare insieme e mi auguro che con il tempo queste ragazze non cambino, perchè come ho sottolineato più volte, l’aspetto umano di questo lavoro è fondamentale e importante almeno quanto quello professionale.

Mi auguro che il Maligno sia rimasto a bocca asciutta!

10 Luglio 2019 “In viaggio con Federicuccio”

Un’esperienza che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita.

Simone “Federicuccio” Talone è il nostro percussionista, oltre che esserlo di Neri Marcorè e dello Gnu Quartet. Io l’ho conosciuto quando abbiamo fatto insieme “Risorgimarche” manifestazione organizzata da Neri Marcorè nel 2017.

Con Francesco De Gregori, dopo aver suonato quasi due anni senza la batteria abbiamo incominciato a sentire la mancanza di un sostegno ritmico, non della batteria ma di un supporto percussivo, soprattutto nei brani più mossi. Federicuccio è stata una grande scoperta perchè non è propriamente un percussionista e neanche un batterista, ma il giusto compromesso tra le due cose; porta il tempo come un batterista e sa “colorare” come, anzi meglio, di un percussionista.

Detto questo rimane l’incognita del suo soprannome: “Federicuccio”.

Ho cercato di approfittare quindi del viaggio che abbiamo fatto insieme da Stupinigi a Marostica per saperne di più, ma non sono riuscito nel mio intento, perchè è pur vero che parla molto, ma solo di ciò di cui vuole parlare lui. Ogni tentativo da parte mia di avvicinarmi all’argomento è stato da lui dribblato con maestria da politico navigato.

Quale mistero si nasconde allora dietro il soprannome Federicuccio?

La ricerca…

Ho iniziato allora delle ricerche in rete, e qualcosa ho trovato.

Il nome originario era Federico comunemente contratto in Fred.

L’origine è molto antica, ma fin dai tempi più remoti si delineavano le caratteristiche che poi hanno contraddistinto la genia. Infatti pare che Fred sia stato uno dei primi scopritori degli strumenti a percussione, come si può vedere da questo rupestre di età non ancora stabilita:

Fra l’altro pare, ma non è stato ancora accertato, che anche i Guglielminetti già fossero presenti all’epoca.

Nel corso dei secoli il nome Fred subì innumerevoli variazioni, fino ad apparire nel 1830 a Scarborough nella persona di Sir Frederic Leighton, (Scarborough3 dicembre 1830 – Londra25 gennaio 1896) I barone Leighton, scultore e pittore inglese all’epoca dei preraffaelliti.

I discendenti del barone Federic, caduti poi in disgrazia in circostanze misteriose, dovettero fuggire dall’Inghilterra rifugiandosi in Italia, precisamente ad Artena.

La leggenda racconta che i bambini di questa famiglia a differenza degli altri della stessa età, non si sa per quale strana ragione, non riuscissero a separarsi dal ciuccio neanche in età adulta, sostituendolo a volte, in caso di necessità, con il pollice della mano sinistra.

Nel corso degli anni quindi il nome Frederic, in seguito a questa bizzarra caratteristica, diventò: “Federic ciuccio”, che tramandato poi di padre in figlio diventò definitivamente: “Federicuccio”.

Di seguito un raro esemplare di “Federicuccio” dei giorni nostri:

5 Luglio 2019 “Notte rosa”

La macchina incomincia a funzionare a pieno regime.

Ieri sera a Rimini, in occasione della “Notte rosa”, forse anche grazie al numerisissimo e calorosissimo pubblico, con i nostri più affezionati sostenitori di “Oltre il confine chissà” in prima fila, ho sentito che veramente questa potente macchina sta incominciando a viaggiare al massimo dei giri.

Ora davvero incominciamo ad essere un solo corpo, attenti come sempre al proprio strumento, alla propria parte, ma ora si presta maggiore attenzione l’uno all’altro, ci si ascolta di più, stiamo maturando quello che i musicisti fighi chiamano interplay e sicuramente questo amplifica ulteriormente l’impatto emotivo di questo meraviglioso organico.

Il solito rammarico è dover aspettare qualche altro giorno prima di ripartire. Ieri sera con Francesco e Simone stavamo contando i giorni che mancano alla fine di questa bellissima esperienza che vorremmo non finisse mai.

Da lunedì comunque si riparte con tre concerti di fila: Genova (Nervi), Torino (Stupinigi) e Marostica.

Ieri ho anche inaugurato il mio nuovo Hofner che ho usato su “Un guanto” è stato un esordio fortunato, chissà che non sia proprio quel basso a portare fortuna! Per qualcuno è stato così.

#Iltourvistodalbassohofner