Lo so che mi sto addentrando in un terreno estremamente pericoloso. Vedo già il Maligno pronto all’attacco, quindi cercherò di misurare le parole con la massima attenzione.
Nei precedenti articoli ho sottolineato la bravura dei componenti di questa bellissima orchestra, la Gaga Symphony Orchestra, ora c’è un altro aspetto non meno importante che vorrei mettere in risalto.
Sono sicuro che non vi sarà sfuggito il particolare che tutte le ragazze dell’orchestra sono molto carine (Il Maligno ha sollevato il sopracciglio sinistro!), ci si aspetterebbe quindi che fossero un po’ altezzose, un po’ distanti, per dirla in soldoni “che se la tirassero”. Ma non è così.
Oltre la grande professionalità, dimostrata ampiamente anche in situazioni a volte disagevoli, queste giovani donne hanno saputo mantenere un atteggiamento sempre gentile, disponibile (Il Maligno è pronto all’attacco!), educato, mai fuori luogo, regalandoci sempre un sorriso e uno sguardo gentile. Merce rara di questi tempi!
Spero che avremo ancora modo di lavorare insieme e mi auguro che con il tempo queste ragazze non cambino, perchè come ho sottolineato più volte, l’aspetto umano di questo lavoro è fondamentale e importante almeno quanto quello professionale.
Mi auguro che il Maligno sia rimasto a bocca asciutta!
Con le due serate al Teatro degli Arcimboldi a Milano si chiude qui il tour “De Gregori & Orchestra greatest hits live”. Come ho già detto, è stata una bellissima esperienza, sicuramente sul piano musicale, ma soprattutto sul piano umano. Anche questi due ultimi concerti sono stati molto emozionanti e completamente diversi, dal punto di vista acustico. Abbiamo sempre suonato in luoghi all’aperto, durante questo tour, suonare ora in un teatro è stata una bella novità per noi. Lorenzo Tommasini il nostro fonico di sala, invece, ha sofferto un po’ perchè in quel teatro l’acustica non è molto facile da gestire, ma come al solito Lorenzo ha fatto il miracolo e il pubblico ha apprezzato molto.
Naturalmente “Questo è tutto” per ora. Si chiude questo capitolo e si ricomincia a lavorare per aprirne un altro.
Come più volte ho detto, quello che voi vedete non è il nostro lavoro, quella è la ricreazione, il lavoro si svolge prima e dopo il concerto.
Negli articoli scorsi ho voluto soffermarmi sugli aspetti che non si vedono, le parti nascoste di un tour. Ho scritto dei musicisti, dei tecnici e in generale del back stage. Rimane un’altra cosa da dire: chi è Francesco De Gregori visto dal basso?
Tutti voi lo conoscete per le canzoni che ha scritto, per le parole che riesce ad assemblare in modo così sapiente, per le emozioni che sa trasmettere. Molti lo definiscono un poeta, chiaramente pensando in questo modo di elevarlo ad un livello superiore, naturalmente io non sono d’accordo perchè penso che la poesia sia un mestiere completamente diverso. Comunque a parte questo, una persona non la si può certo conoscere attraverso le cose che scrive! La bellissima canzone “guarda che non sono io” lo spiega molto bene, anche se qualcuno, come spesso accade, ha equivocato.
Negli articoli scorsi mi sono soffermato sulla serietà professionale, sulla passione, sul rispetto, sull’educazione e sulla disciplina. Mi riferivo a tutti nessuno escluso, Francesco in testa. Il buon esempio deve arrivare dal Capo, e lui è un ottimo esempio. Sempre gentile, disponibile, sorridente, premuroso con tutti, nessuno escluso. I tecnici, i musicisti, gli autisti, i direttori di produzione, i datori luce, quando sono convocati per un tour di De Gregori, arrivano già con il sorriso perchè sanno che sarà un tour serio, piacevole e nonostante la fatica inevitabile, comunque rilassante sotto il profilo umano, e credetemi se vi dico che di questi tempi non è poco.
Quando qualcuno (sempre) mi chiede: “Ma com’è Francesco?” io lo dico com’è, ma vedo che la gente stenta a credermi. E qui torniamo alla canzone, perchè un conto è la “persona pubblica” un altro conto la “persona privata”, sono cose diverse.
Il Maestro Simone Tonin, quando ha incontrato di persona Francesco per la prima volta, in privato poi mi ha detto: ” Ma allora non è bubero come si dice, anzi è molto simpatico”
Francesco è un grande lavoratore, un appassionato del suo mestiere. Qual’è quell’artista che alla fine di un tour, alla penultima data, vuole fare un piccolo cambiamento sul finale di un pezzo? Perchè lo fa? Il tour è andato benissimo, gli arrangiamenti hanno funzionato alla perfezione, la gente ha ampiamente dimostrato di apprezzare il concerto, quindi, qualcuno direbbe, perchè andare ancora spulciare? Secondo me per una ragione molto semplice: perchè è così che si fa musica. Tenere sempre viva la curiosità, fare piccoli esperimenti, tagliare qua, cucire là. In questo il Capo è un vero maestro!
Ora, naturalmente, il lavoro non si ferma e neanche questo blog, nato per raccontare i dietro le quinte. Vi terrò informati sulle novità, sui progetti che riguardano Francesco De Gregori, ma non solo, perchè ora, oltre ad ascoltare tutto il materiale registrato durante questo tour, mi occuperò più intensamente della mia nuova etichetta discografica “psrfactory” per la quale sto producendo una giovane cantante/cantautrice: Giorgia Bazzanti il cui album uscirà a breve e che consiglio caldamente a tutti gli appassionati della buona musica, quali siete voi. Riprenderò a breve il mio Corso di Produzione Musicale e le passeggiate nei boschi.
Ringrazio tutti voi che ci avete seguiti e calorosamente sostenuti e vi assicuro che ci rivedremo presto. Iscrivetevi a questo blog, così potrete ricevere le notifiche, non appena pubblicherò qualche novità.
Descrivere le emozioni a parole non è facile, gli scrittori bravi ci riescono, ma io non faccio certo parte di questa categoria, scrivo, è vero, ma solo cose di “basso” profilo. Inoltre non essendo una persona che esterna facilmente i propri sentimenti, in altre parole un “orso”, come mi definiscono i miei amici, per me è ancora più difficile, quindi vorrei farvi conoscere gli altri aspetti che ci hanno portati a questo risultato.
Uno spettacolo del genere non si improvvisa. Per arrivare a questo tipo di magia non basta essere bravi musicisti, bravi tecnici, bravi managers, bravi cantanti, ci vuole qualcosa di più, bisogna essere soprattutto persone speciali. Occorre grande passione sicuramente, ma anche grande rigore e disciplina, lo so che “disciplina” è un termine impopolare, soprattutto di questi tempi, ma è un ingrediente essenziale per la buona riuscita di qualsiasi progetto, se corroborato dalla buona educazione e da modi sempre gentili. Il nervosismo, spesso inevitabile, non deve mai sfociare nella maleducazione.
Ad alcuni sembrerà che le mie affermazioni circa la buona educazione siano ovvietà, ma purtroppo spesso non è affatto scontato che lo siano. E’ un lavoro questo, in cui spesso le difficoltà sembrano insormontabili; allestire un palco così complesso, con un numero infinito di cavi, collegamenti, strumenti, luci, persone, viaggi, alberghi e farlo rispettando dei tempi che sono sempre strettissimi, lasciatemelo dire: è un gran casino! La macchina operativa deve essere perfetta. Ma qui c’è di più, perchè farlo col sorriso e la gentilezza è oltre la perfezione.
Quello che in tanti ieri sera hanno visto è solo la punta dell’iceberg, il resto si svolge dietro, prima e dopo.
Questo è il nostro PDP (Piano Di Produzione) del 19 Settembre 2019.
Normalmente lo scarico avviene alle sette del mattino, ma nel caso dell’Arena di Verona il palco ci è stato reso agibile solo più tardi.
Nel frattempo, mentre la nostra squadra prepara il palco, arrivano i musicisti da più parti d’Italia.
All’orario di convocazione, sempre puntuali, arrivano tutti i musicisti. Io personalmente ho il brutto difetto di arrivare in anticipo, retaggio di errori del passato (vedi libro) “essere…basso” allora gentilmente vengo esortato ad andare a prendermi un caffè. Nel caso di Verona poi, purtroppo, il palco è stato consegnato con parecchio ritardo quindi al bar ho trovato i musicisti della GSO e gli GNU già in fase Spritz:
Baci e abbracci! Era da un sacco di tempo che non ci vedevamo, quindi avevamo anche un bel po’ di cose da raccontarci.
Questo è un altro momento molto importante della nostra giornata, intanto perchè si riunisce il gruppo e si ristabilisce l’atmosfera di complicità e di entusiasmo, e poi perchè si rivedono alcune cose di carattere musicale. Infatti Simone Tonin ed io, dopo aver ascoltato nei giorni precedenti, la registrazione dell’ultimo concerto di Palermo, abbiamo deciso qualche piccolo ritocco di alcune esecuzioni.
Poi finalmente veniamo convocati per le prove, i tempi sono stretti quindi bisogna procedere spediti, c’è da provare anche il pezzo di Elisa “Quelli che restano” che canteranno insieme, lei e Francesco. Di questo brano Stefano Cabrera ha scritto le parti per l’orchestra e le ha inviate il giorno prima a Simone Tonin, quindi non l’abbiamo ancora suonata. Noi della band ce la siamo sentita a casa, ma bisogna mettere insieme tutto l’organico. La partitura è perfetta, già alla prima lettura viene bene, domani la proveremo con Elisa al pomeriggio, ma ora bisogna andare avanti. Arriva Francesco, come sempre accolto dall’applauso dell’orchestra, proviamo tre o quattro pezzi, giusto per tornare a famigliarizzare con gli ascolti in cuffia nostri e per i monitor di Francesco.
Come sempre, grazie alla nostra squadra tecnica che ha fatto i salti mortali, e alla bravura di Giuseppe Porcelli il nostro fonico di palco, funziona tutto alla perfezione, come avessimo suonato il giorno prima, mentre sono passati ben 55 giorni!
Francesco se ne va soddisfatto e noi proviamo ancora qualche brano prima di lasciare il palco per le prove di Francesco Tricarico.
Sono già le 22:30 e Fenia Galtieri mi fa notare che è tardi e che se vogliamo andare a mangiare nel ristorante che ha prenotato per la Band, gli Gnu e i tecnici ci dobbiamo affrettare. Decido quindi di sospendere le prove e rimandare all’indomani il ripasso dei brani che ancora non abbiamo provato, magari anticipando di una mezz’oretta l’inizio del sound-check. Ne parlo con Simone che a quel punto lascia liberi i ragazzi dell’orchestra e ce ne andiamo.
Ma non è finita! Perchè adesso entra in campo, col favore delle tenebre, la squadra dei datori luce, capitanata da Andrea Coppini e Mimmo L’ Abbate per allestire il grande spettacolo che poi avete visto e che è non è meno importante della parte musicale. Andranno avanti tutta la notte!
Domani è un altro giorno e sarà un buon giorno, ora lo posso dire!
Al concerto dell’arena di Verona ormai mancano pochi giorni e ne saranno trascorsi 55 dall’ultimo concerto a Palermo.
In questo lungo periodo di pausa sono successe tante cose, io mi sono occupato a tempo pieno della mia etichetta “psrfactory” e nello specifico dell’album di Giorgia Bazzanti di prossima uscita.
Ora è tempo di riprendere la concentrazione per i prossimi importantissimi concerti con Francesco De Gregori & Orchestra. Per me è anche il tempo delle domande: “riuscirò a recuperare quello spirito? Quell’emozione? Quella concentrazione?”
Le pause, soprattutto quando così lunghe, sono un’arma a doppio taglio. I concerti che abbiamo fatto e che io mi sono riascoltato, sono stati davvero grandiosi, in ogni brano si percepiva e si trasmetteva una grande emozione, un insieme perfetto e coinvolgente. Ora, dopo tutto questo tempo in cui ognuno di noi è stato impegnato in altri lavori e nelle proprie questioni personali, periodo in cui, inevitabilmente un po’ siamo tutti cambiati, riusciremo ad essere di nuovo quel suono? A essere ancora così concentrati? Naturalmente io credo di sì, perchè penso che come me, tutti i musicisti se lo stiano chiedendo.
Questi concerti che ci aspettano non sono una continuazione per me, ma un nuovo inizio, non importa se saranno solo tre, io “dal basso” vivo questa ripartenza come fosse la partenza di un nuovo Tour.
Sto studiando i brani come non li avessi mai suonati, come se quello che ha suonato il basso 55 giorni fa, fosse un altro da cui attingere. Sono soddisfatto del lavoro che quel me stesso di allora ha svolto, e ora non voglio essere da meno!
So di interpretare il pensiero di ognuno dei musicisti e dei tecnici di questo bellissimo Tour e ad ognuno auguro Buon Lavoro!!!! Ci vediamo all’arena di Verona.
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