29 Luglio 2019 “Il palco”

Durante la riunione preliminare nel Maggio scorso feci questa bozza di una eventuale disposizione dei musicisti sul palco. Ancora non si era deciso di aggiungere il percussionista, ma lo decidemmo poco dopo.

Come si può vedere, inizialmente avevamo pensato di mettere il direttore in posizione centrale alle spalle di Francesco, per permettergli di vedere bene tutta l’orchestra. Nella bozza che segue ancora non c’erano le coriste, quindi dovevamo trovare un’altra sistemazione.

Quello che segue è il progetto, con le misure giuste, delle pedane che facemmo costruire.

Quindi, viste le misure giuste dell’ingombro dell’orchestra arretrammo il pianoforte per dare più spazio davanti.

Poi aggiungemmo il percussionista,

Infine spostammo le coriste sulla pedana in alto e Paolo si trasferì sul lato destro. Il direttore quindi venne avanti dove prima avevamo messo le coriste.

Il risultato finale lo avete visto dal vivo.

27 Luglio 2019 “Prima parte”

La prima parte del tour “Francesco De Gregori & Orchestra Greatest Hits Live” si è conclusa.

Ora con calma, nei prossimi post, andrò a scavare nella memoria per ripescare gli episodi “visti dal basso” che hanno contraddistinto questo Tour. Per il momento voglio solo ringraziare i giovani musicisti che compongono la Gaga Symphony Orchestra, anche perchè dopo il concerto di Palermo non credo di essere riuscito a salutarli tutti. Sono tutti ragazzi splendidi che hanno dimostrato grande professionalità ed entusiasmo, anche in situazioni disagevoli. Vederli scendere dal pullman, dopo lunghe ore di viaggio, sempre sorridenti, salutarci ogni volta come se non ci si vedesse da un mese, sentire i racconti della sera prima, è stato bello e stimolante. Ecco perchè voglio citarne i nomi senza fare riferimento allo strumento di ognuno, per anteporre le persone allo strumento, in quanto credo che essere bravi musicisti significhi soprattutto essere belle persone e loro sono proprio questo: belle persone.

Piero Bonato

Francesco Piovan

Sara Convento

Mattia Marangon

Matteo Valerio

Leonardo Giovine

Tommaso Piron

Erica Zerbetto

Lucia Zanella

Claudia Tortora

Xabier Lopez de Munain Basevi 

Elena Ciccarelli

Giorgia Vian

Elisa Lazzarin

Angela Bonetto

Eva Salizzato

Roberto Sorgato

Francesca Pretto

Marcello Giannandrea

Rosalba Ferro

Fabio Grossi

Federico Lorenzon 

Giordano Poloni

Simone Siviero

Erica Freo

Alessandro Pelizzo

Piero Leone

Daniele Colossi

Lorenzo Valentini

Alberto Bonivento

Camilla Maran

Sofia Di Mambro

Eiling Labarca

Elia Guglielmo

Annamaria Tarozzo

Davide Pilastro

Luca Pinaffo

Stefano Angiolin

Chiara Meneghinello

Agnese Amico

Matilde Cerutti

Alice Bettiol

Elena Cardin

Simone Tonin

Sara Prandin

Ci vediamo tutti a Verona!

10 Luglio 2019 “In viaggio con Federicuccio”

Un’esperienza che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita.

Simone “Federicuccio” Talone è il nostro percussionista, oltre che esserlo di Neri Marcorè e dello Gnu Quartet. Io l’ho conosciuto quando abbiamo fatto insieme “Risorgimarche” manifestazione organizzata da Neri Marcorè nel 2017.

Con Francesco De Gregori, dopo aver suonato quasi due anni senza la batteria abbiamo incominciato a sentire la mancanza di un sostegno ritmico, non della batteria ma di un supporto percussivo, soprattutto nei brani più mossi. Federicuccio è stata una grande scoperta perchè non è propriamente un percussionista e neanche un batterista, ma il giusto compromesso tra le due cose; porta il tempo come un batterista e sa “colorare” come, anzi meglio, di un percussionista.

Detto questo rimane l’incognita del suo soprannome: “Federicuccio”.

Ho cercato di approfittare quindi del viaggio che abbiamo fatto insieme da Stupinigi a Marostica per saperne di più, ma non sono riuscito nel mio intento, perchè è pur vero che parla molto, ma solo di ciò di cui vuole parlare lui. Ogni tentativo da parte mia di avvicinarmi all’argomento è stato da lui dribblato con maestria da politico navigato.

Quale mistero si nasconde allora dietro il soprannome Federicuccio?

La ricerca…

Ho iniziato allora delle ricerche in rete, e qualcosa ho trovato.

Il nome originario era Federico comunemente contratto in Fred.

L’origine è molto antica, ma fin dai tempi più remoti si delineavano le caratteristiche che poi hanno contraddistinto la genia. Infatti pare che Fred sia stato uno dei primi scopritori degli strumenti a percussione, come si può vedere da questo rupestre di età non ancora stabilita:

Fra l’altro pare, ma non è stato ancora accertato, che anche i Guglielminetti già fossero presenti all’epoca.

Nel corso dei secoli il nome Fred subì innumerevoli variazioni, fino ad apparire nel 1830 a Scarborough nella persona di Sir Frederic Leighton, (Scarborough3 dicembre 1830 – Londra25 gennaio 1896) I barone Leighton, scultore e pittore inglese all’epoca dei preraffaelliti.

I discendenti del barone Federic, caduti poi in disgrazia in circostanze misteriose, dovettero fuggire dall’Inghilterra rifugiandosi in Italia, precisamente ad Artena.

La leggenda racconta che i bambini di questa famiglia a differenza degli altri della stessa età, non si sa per quale strana ragione, non riuscissero a separarsi dal ciuccio neanche in età adulta, sostituendolo a volte, in caso di necessità, con il pollice della mano sinistra.

Nel corso degli anni quindi il nome Frederic, in seguito a questa bizzarra caratteristica, diventò: “Federic ciuccio”, che tramandato poi di padre in figlio diventò definitivamente: “Federicuccio”.

Di seguito un raro esemplare di “Federicuccio” dei giorni nostri:

5 Luglio 2019 “Notte rosa”

La macchina incomincia a funzionare a pieno regime.

Ieri sera a Rimini, in occasione della “Notte rosa”, forse anche grazie al numerisissimo e calorosissimo pubblico, con i nostri più affezionati sostenitori di “Oltre il confine chissà” in prima fila, ho sentito che veramente questa potente macchina sta incominciando a viaggiare al massimo dei giri.

Ora davvero incominciamo ad essere un solo corpo, attenti come sempre al proprio strumento, alla propria parte, ma ora si presta maggiore attenzione l’uno all’altro, ci si ascolta di più, stiamo maturando quello che i musicisti fighi chiamano interplay e sicuramente questo amplifica ulteriormente l’impatto emotivo di questo meraviglioso organico.

Il solito rammarico è dover aspettare qualche altro giorno prima di ripartire. Ieri sera con Francesco e Simone stavamo contando i giorni che mancano alla fine di questa bellissima esperienza che vorremmo non finisse mai.

Da lunedì comunque si riparte con tre concerti di fila: Genova (Nervi), Torino (Stupinigi) e Marostica.

Ieri ho anche inaugurato il mio nuovo Hofner che ho usato su “Un guanto” è stato un esordio fortunato, chissà che non sia proprio quel basso a portare fortuna! Per qualcuno è stato così.

#Iltourvistodalbassohofner

2 Luglio 2019 “FDG Watch”

Intercom.

In questo tour ogni musicista è dotato di auricolari che permettono di avere un ascolto ottimale di tutti gli strumenti, solo Francesco usa i monitor a terra.

Per ogni evenienza abbiamo un sistema di intercom che permette al Direttore a Stefano Cabrera e a me di comunicare con tutti solo in cuffia, questo allo scopo di fronteggiare immediatamente qualsiasi cambiamento.

E infatti puntualmente qualche imprevisto si verifica!

Tutti quelli che conoscono Francesco De Gregori sanno che lui spesso cambia qualcosa, ma un conto è essere in quattro ad accompagnarlo, un’altro conto è farlo in cinquanta. Noi della band conosciamo bene le canzoni, ma soprattutto conosciamo bene lui, quindi siamo sempre vigili e non appena succede qualcosa tipo: qualche misura in meno o in più di introduzione, o magari addirittura una strofa in meno, sappiamo già dove andare a parare e tutto risulta fluido come se fosse stato deciso e provato così. Ma tutt’altro discorso è quando quarantaquattro musicisti, direttore compreso, devono leggere una partitura! 

A quel punto il direttore, quando è uno sveglio come Simone Tonin, deve capire subito cosa è stato modificato e comunicare a tutta l’orchestra da quale punto tagliare e da quale punto riprendere. Quindi nell’interfono a volte si sentono cose come: “violini e viole saltare a 32, per gli ottoni entrare a 42, celli 34”. L’altra sera ad un certo punto, non ricordo cosa fosse successo, in cuffia ho sentito: “A” e per un attimo ho pensato che Simone si fosse fatto male! In realtà si trattava di riprendere tutti dalla parte contrassegnata con la lettera “A”.

Finora è andato tutto bene tanto da risultare divertente, grazie appunto alla bravura di Simone e dei ragazzi dell’orchestra che lo seguono con la massima concentrazione. 

Operazioni di salvataggio, queste, degne delle migliori ONG, al punto che da oggi per me la Gaga Symphony Orchestra è diventata la “FDG Watch”

1 Luglio 2019 “Il punto”

Abbiamo fatto finora cinque concerti: Caracalla 2, Taormina, Lugano e Lucca.

Vorrei fare quindi il punto della situazione.

Inizio col dire che, sicuramente, di tutti i tour che abbiamo fatto, questo è il più anomalo perchè ogni concerto sembra una “prima”. I giorni che intercorrono fra un concerto e l’altro fanno sì che sembri sempre un debutto e alla fine di ognuno già non vedo l’ora di ripartire per il successivo, sapere che però devono passare più giorni un po’ mi rattrista. La macchina organizzativa è perfetta, la squadra tecnica impeccabile, giusto quindi che queste persone che ci mettono l’anima abbiano qualche giorno per riprendere fiato.

Avevo promesso che questo blog avrebbe offerto una visione un po’ diversa del tour, e questo intendo fare. Oggi voglio scrivere di una cosa che trovo curiosa e interessante: Mirko Piro è uno dei nostri backliners, nello specifico lui si occupa dell’orchestra. Microfonare tutti gli strumenti, dotare tutti di auricolari e trasmettitori non è facile per niente, soprattutto quando si tratta di 40 persone! Quando deve chiamarli a raccolta per farli salire sul palco li divide in due gruppi e li fa salire alcuni da destra e altri da sinistra, è un’operazione non facile che richiede la massima attenzione da parte di tutti i musicisti, per questa ragione Mirko deve farsi ascoltare, quindi essere anche severo se è il caso, gentile ma severo. La cosa che più mi colpisce di tutto ciò è che ogni volta che li ha sistemati tutti non fa altro che elogiare la professionalità di questi ragazzi, la loro collaboratività, molto rara da trovare, a suo dire, in musicisti adulti. Quindi quello che voglio dire ai ragazzi della GSO è che Mirko deve essere fermo e determinato perchè il suo compito lo richiede, ma vi adora e vorrebbe che tutte le orchestre con le quali abitualmente si trova a lavorare fossero come la vostra, composta cioè di ottimi musicisti, ma soprattutto di persone serie ed educate.

Nel prossimo post vi parlerò delle comunicazioni in interfono durante il concerto.